
Claudio Lolli ci ha lasciato anzitempo quattro anni fa. Era il 17 agosto del 2018 quando il grande cantautore bolognese si è arreso ad una lunga malattia dopo aver regalato dagli anni 70 in poi tante riflessioni sulla vita, i suoi protagonisti, le sue pieghe. Tra i numerosi brani che avrebbero bisogno di un ampio approfondimento, oggi vorrei parlarvi di “Aspettando Godot”, canzone d’apertura dell’omonimo album datato 1972.
Come si intuisce facilmente dal titolo, questa lirica celebra la famosissima opera teatrale omonima di Samuel Beckett (1953), uno dei capisaldi del Teatro dell’Assurdo. Attingendo alla sua caratteristica creatività, Lolli ne trae una rivisitazione molto appassionante che viene raccontata dal suo stesso artefice. Sin dalla sua nascita infatti un uomo, che nel brano parla in prima persona, si trova sempre in balia degli eventi, continuando anno dopo anno a non cambiare atteggiamento. Le azioni e le persone determinano tutta la sua vita in virtù del suo status perenne da “peso morto”. Dalla gioventù sino alla maturità e alla vecchiaia, quest’uomo attraversa le fasi più comuni dell’esistenza nel nome di un unico credo: aspettare Godot per l’appunto. Ma proprio nel momento più estremo di tutta la sua storia, che Claudio Lolli ritrae dettagliatamente in un climax prolungato, avrà luogo un esame di coscienza profondo.
Immagini tratte da pagina facebook ufficiale Claudio Lolli – La Leggenda